
Giochi e giocattoli nelle opere della pittrice impressionista Berthe Morisot
di Grazia Merelli
Berthe Morisot è una delle più famose e dotate pittrici impressioniste. Nata a Bourges nel 1841 e allieva di Corot, ha partecipato a quasi tutte le mostre degli Impressionisti, esponendo marine, paesaggi e scene di vita familiare.
Nella sua vasta produzione, la Morisot ha dipinto anche felici scene di gioco, nelle quali raffigurava generalmente persone a lei care. Nella sua opera pertanto si può trovare un’interessante testimonianza sia dei passatempi cui si dedicavano i bambini dell’epoca sia dei giocattoli che utilizzavano.
Alcuni di questi dipinti si trovano nel Musée Marmottan Monet di Parigi, dove è conservata la più grande collezione di opere della pittrice. Proprio al Marmottan è attualmente in corso la mostra dal titolo: “Berthe Morisot e l’arte del Settecento”. Altre opere dedicate al tema del gioco si trovano invece in collezioni private.
Vediamo dunque quali sono i giochi rappresentati dall’artista.
Nascondino

Nascondino, del 1873, è il primo dipinto di Morisot dedicato al tema del gioco. Qui l’artista ha ritratto la sorella Edma con una delle figlie, la piccola Jeanne. La donna e la bambina sono riprese mentre giocano a nascondino, intramontabile passatempo dell’infanzia sin da tempi assai remoti.
Nel quadro la bambina è nascosta dietro all’albero di ciliegio, mentre la mamma sembra sul punto di sorprenderla dal suo nascondiglio. Il quadro mostra la predilezione dell’artista per le scene di vita familiare ambientate in parchi e giardini, soggetto che ricorre assai spesso nella sua opera.
Proprio questo dipinto venne esposto, insieme ad un gruppo di altre tele della pittrice, durante la prima mostra degli Impressionisti, la celebre esposizione che si tenne nello studio del fotografo Nadar nel 1874. La freschezza d’ispirazione e la resa pittorica di Nascondino ne fecero uno dei quadri più apprezzati dai visitatori.
Caccia alle farfalle

La stessa atmosfera bucolica si ritrova in Caccia alle farfalle, realizzato nel 1874. Anche qui appare un momento di gioco che vede protagonista sempre la sorella Edma, stavolta ritratta con entrambe le figlie. La mamma tiene in mano un retino per catturare le farfalle, seguita ancora una volta dalla bambina più grande; la piccola è invece intenta a cogliere un fiore.
All’epoca della Morisot la caccia alle farfalle era uno dei passatempi all’aria aperta preferiti dei bambini. Di questo classico gioco per bambini, oggi ormai tramontato, la pittrice offre un’immagine leggiadra, immergendo le figure in una natura incontaminata.
Oltre a questi dipinti dedicati alla sorella ed alle nipoti, Morisot ha ritratto molto spesso anche la propria figlia Julie. La bambina divenne fin dalla tenera età uno dei soggetti prediletti dell’artista, che amava ritrarre la figlia per coglierne amorevolmente ogni momento della crescita. A volte nei quadri dedicati alla figlia compare a giocare con lei anche il marito Eugène Manet, fratello del celebre pittore Édouard Manet. Quella di Morisot è infatti per larga parte una pittura degli affetti, che trae spunto dal suo quotidiano fatto di solidi legami familiari.
Giochi di costruzione

Così, in Eugène Manet e la figlia a Bougival compaiono il marito e Julie mentre giocano con un villaggio giocattolo poggiante su di una piattaforma. Tra i pezzi di questo gioco di costruzione si riconoscono degli alberi e due case bianche dal tetto rosso. La piattaforma poggia sulle gambe del padre che gioca amorevolmente con la bambina. Tutta l’attenzione è posta sul legame affettivo tra le due figure, immerse nella quiete del giardino fiorito di Bougival, dove la famiglia era solita trascorrere l’estate.
Morisot aveva dipinto Eugène Manet e la figlia a Bougival nel 1881. Il dipinto fu esposto con successo alla settima mostra degli Impressionisti, tenutasi nel 1882, ottenendo anche in questo caso un riscontro altamente positivo. La straordinaria resa pittorica, fatta di pennellate veloci ed evocative, ed il clima altamente intimistico ne fanno uno dei capolavori dell’artista.
Bacinella con acqua

Come abbiamo visto finora, Morisot ha raffigurato più volte dei figli che giocano con i genitori. In Bambini al bacino del 1886, invece, due bambine giocano fra loro con una bacinella piena d’acqua, la quale è in realtà un grande vaso cinese bianco a figure blu. Le bambine rappresentate sono Julia e Marthe Givaudan, figlia dei portieri del palazzo parigino dove la famiglia abitava. Non siamo più dunque immersi nella natura ma all’interno del salotto di casa, ove tuttavia la natura è suggerita dal paravento sullo sfondo a motivi floreali.
La semplicità dei passatempi rappresentati dalla pittrice, che siano giocare a nascondino o l’uso di una bacinella, mostrano la capacità tutta infantile di divertirsi con poco.
Cavallo con bastone

In un’altra opera dello stesso periodo, Bambina in maglia blu, Julie è ritratta con un cavallo giocattolo, costituito da una testa equina fissata ad un bastone. Questo giocattolo di semplice fattura è stato molto amato dai bambini in passato ed ancora oggi ha una certa diffusione.
Il quadro di Morisot è realizzato con la tecnica del pastello e mostra una resa sommaria e quasi bozzettistica della scena; qui la bambina è seduta su una chaise longue mentre tiene il cavallo giocattolo davanti a sé, quasi suggerendo l’idea del cavalcare. La folta criniera del cavallo rivela l’aspetto realistico dell’animale e questo è uno dei motivi del fascino che questo semplice oggetto ha esercitato sui bambini di ogni tempo.
Bambole…e racchette

Tra i giocattoli raffigurati dall’artista non mancano naturalmente le bambole, che compaiono in diverse opere accanto alle loro piccole proprietarie. Di solito la modella per queste tele è ancora una volta la figlia Julie. In Ragazza con bambola del 1886, la giovane modella tiene con sè una bambola da lunghi capelli ed abiti eleganti. Le bambole che figurano nei quadri appartengono alla tipologia dei bébé: si tratta cioè di bambole che hanno la sembianza di bambine, con capelli da pettinare, abiti e accessori.
Nella seconda metà dell’Ottocento questo tipo di bambole ebbe grande diffusione in Europa, dove aveva preso il posto delle poupèe (bambole dall’aspetto di donna). All’epoca la Francia ne era una delle principali produttrici. Ancora una volta dunque le opere della Morisot forniscono una testimonianza visiva dei giochi e giocattoli del suo tempo.
In Ragazza con bambola descritto poco fa, oltre alla bambola compaiono anche con due volani con racchette. Si tratta del gioco del badminton, passatempo molto antico le cui regole moderne sono state stabilite Inghilterra nella seconda metà dell’Ottocento.
Il gioco per Berthe Morisot
Per Berthe Morisot il gioco rappresenta soprattutto la dimensione della serenità familiare, il luogo dove trovano spazio i suoi affetti ed i legami del cuore. La raffigurazione di passatempi e svaghi infantili è infatti strettamente legata alla crescita della figlia e delle nipoti. Per questo motivo la tematica del gioco inizia a scomparire dall’opera di Morisot con l’avvicinarsi della figlia e delle nipoti all’adolescenza; nei quadri dell’ultimo decennio dell’Ottocento infatti i giochi infantili lasciano il posto a scene di lettura o musica più consone all’età delle fanciulle ritratte.
Pur nella varietà di spunti e tematiche, la rappresentazione del gioco in Morisot assume complessivamente sempre la forma di uno svago prettamente infantile, dalla forte connotazione idilliaca. Si tratta dunque di uno spaccato di realtà privo di quegli accenni di denuncia, ad esempio sulla condizione dei bambini poveri o lavoratori, che si trovano invece in altra pittura coeva. Del resto è proprio nella dimensione rassicurante ed intima che risiede il fascino delle opere dedicate al gioco di Morisot.
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