Bruno Munari e i giocattoli

Bruno Munari, Zizì, Corraini Edizioni, 2022. Foto Corraini Edizioni
Bruno Munari, Zizì, Corraini Edizioni, 2022. Foto Corraini Edizioni

La scimmietta Zizì e altri giocattoli inventati da Bruno Munari

di Grazia Merelli

Bruno Munari è stato un artista poliedrico e uno dei più grandi designer italiani. Egli si è dedicato a molti settori diversi, basando la sua attività su una smisurata creatività e uno spirito innovativo.

Fra i numerosi ambiti in cui Munari ha operato, c’è anche l’ideazione di giocattoli. L’artista infatti ha da sempre mostrato un particolare interesse per il mondo dell’infanzia ed il suo sviluppo.

Alcuni suoi giocattoli sono molto famosi ed hanno lasciato un’impronta significativa in questo specifico settore.

Una componente ludica è presente già nei primi libri per bambini. Munari si è dedicato ad essi a partire dalla nascita del figlio Alberto, nel 1940. Attività, questa dell’ideazione di libri, proseguita poi dall’artista per tutta la vita.

Pur non essendo “giocattoli”, i libri di Munari si caratterizzano per la presenza di elementi interattivi e giocosi; immagini pop-up, inserti da aprire, parti pieghevoli, ne fanno non solo testi da leggere ma oggetti con cui interagire giocando.

Bruno Munari, Gigi cerca il suo berretto, Corraini Editore. Foto Corraini Edizioni
Bruno Munari, Gigi cerca il suo berretto, Corraini Editore. Foto Corraini Edizioni

Quanto ai “giocattoli veri e propri”, nel 1945 Munari ha realizzato dei mattoncini di legno. Si trattava di tanti piccoli elementi di aspetto diverso per creare edifici dalle infinite forme. La Scatola di Architettura MC N. 1 era stata studiata dall’artista per costruire numerose tipologie i monumenti, dai grattacieli alle cattedrali.

Bruno Munari, Architettura MC N.1-Nuova edizione, Corraini Edizioni, 2018. Foto Corraini Edizioni
Bruno Munari, Architettura MC N. 1 – Nuova edizione, Corraini Edizioni, 2018. Foto Corraini Edizioni

Le più note realizzazioni ludiche di Munari sono legate però ad un altro materiale: la gommapiuma.  Alla fine degli anni Quaranta la Pigomma, una società facente parte del grande gruppo Pirelli, aveva chiesto all’artista di realizzare qualcosa con la gommapiuma; tale materiale allora era utilizzato principalmente per fabbricare pneumatici e materassi.

Munari stesso ha ricordato questo inizio:

“Mi feci dare dei campioni di questo nuovo materiale e cominciai una sperimentazione, per capire quali altre cose si potevano progettare in modo che l’oggetto progettato fosse coerente col materiale e con le sue qualità. La qualità più evidente si manifestava attraverso il tatto. Un qualunque pezzo di gommapiuma, manipolato da un bambino, comunica morbidezza, l’elasticità del materiale che sembra vivo e che, a un bambino, fa venire in mente la stessa sensazione che si prova a tenere in braccio un gattino o un piccolo animaletto”.

Il primo giocattolo ideato da Munari è stato il gatto Meo Romeo, del 1949. Si tratta di un gatto in gommapiuma, che contiene al suo interno un fil di ferro; questo permette all’animale di assumere infinite posizioni.

L’artista considerava il giocattolo particolarmente adatto ai bambini che, manipolando l’animale, avevano modo di sviluppare la loro creatività. Per lui infatti il gioco non era un’attività fine a sé stessa, bensì un mezzo per sviluppare alcune capacità intrinseche nel bambino, come appunto la creatività, ma anche lo spirito d’iniziativa e la fantasia.

In Meo Romeo si si riconosce anche l’eco della formazione futurista di Munari, interessato al movimento e alla componente dinamica degli oggetti, che si traduceva nella trasformazione incessante delle forme.

Le stesse caratteristiche di malleabilità e plasticità del gatto Meo sono possedute anche dal secondo giocattolo di Munari: la famosa scimmietta Zizì, realizzata nel 1952. Rispetto al suo predecessore, la scimmietta appare perfezionata e ancora più incisiva nelle sue caratteristiche.

Zizì ha un musetto chiaro dallo sguardo vivace; dal suo corpo assottigliato partono arti e coda allungati, adatti ad assumere le forme più varie. Pertanto la scimmietta si presta ogni sorta di manipolazione e può assumere tante posizioni diverse.

Una particolare cura è riscontrabile anche nella confezione, che ricorda una piccola gabbia. Nell’Europa del tempo infatti le scimmie si potevano vedere principalmente all’interno degli zoo, dove per lo più vivevano in gabbie (oggi sostituite da recinti).

Scimmietta Zizì nella confezione, ed. Corraini Edizioni, 2022. Foto Corraini Edizioni
Scimmietta Zizì nella confezione, ed. Corraini Edizioni, 2022. Foto Corraini Edizioni

Come già Meo, anche Zizì era dunque un animale ispirato alla realtà, sebbene le sue forme fossero semplificate e stilizzate.

Il giocattolo rappresentava un qualcosa di molto innovativo per il suo tempo ed ebbe un successo immediato. Nel 1954 Munari vinse per Zizì addirittura un premio: il prestigioso Compasso d’Oro.

Come mai il Compasso d’Oro, il premio più ambito dai designer italiani, andò alla scimmietta Zizì?

Di Zizì si apprezzavano allora la poliedricità e la portata innovativa di materiale, forme e funzionalità ludica, come si evince dalla motivazione del premio:

“Normalmente i giocattoli sono delle riduzioni ‘veristiche’ o infantilizzate di mezzi meccanici, o imitazioni egualmente veristiche, o infantilisticamente ironizzate, di animali o di figure umane. Questo piccolo quadrumane di Munari, edito dalla Pigomma, al quale è attribuito il Premio La Rinascente Compasso d’Oro 1954, rappresenta invece una interpretazione del carattere del ‘personaggio’, che ha raggiunto una essenzialità formale, nell’impiego tipico della materia, la gomma piuma articolata da una armatura di filo s’acciaio, che consente il divertimento di una infinità di atteggiamenti. Questo giocattolo appartiene a una categoria elevata, che l’ha fatto oggetto di interesse intellettuale”.

Mentre in passato Meo e Zizì hanno fatto la felicità dei bambini, oggi essi sono diventati dei veri e propri giocattoli da collezione. Di Meo esistono pochissimi esemplari: posseduto all’epoca anche da Picasso, il simpatico gatto appare ogni tanto in qualche asta. Zizì invece è stata riproposta nel 2022 da Corraini Edizioni, che ha rieditato degli esemplari prodotti alcuni anni prima.

 Dopo Zizì, Munari ha continuato a ideare giochi per bambini. Il suo interesse per il mondo dell’infanzia lo ha portato a concepire nuove forme di intrattenimento per i più piccoli. Dai giocattoli singoli e manipolabili, come Meo e Zizì, l’artista è passato successivamente ad altri tipi di giochi, che avevano però sempre lo stesso obiettivo di stimolare la creatività attraverso l’attività ludica.

Alcuni di questi giochi, prodotti negli anni Settanta, si basavano sulla presenza di tessere, che si potevano porre in sequenza o sovrapporre. Nel gioco Più o meno, ad esempio, c’erano tante tessere diverse che si potevano sovrapporre per creare immagini varie e originali. I fondi trasparenti permettevano infatti di porre le tessere le une sulle altre, aggiungendo elementi come nuvole, alberi e animali. Invece in Otto sequenze da mettere in ordine, il bambino doveva porre in sequenza otto scene che riguardavano varie tematiche, come ad esempio il fiorire di una pianta.

G. Belgrano e B. Munari, Otto sequenze da mettere in ordine, Corraini Edizioni ,2018. Foto Corraini Edizioni
G. Belgrano e B. Munari, Otto sequenze da mettere in ordine, Corraini Edizioni, 2019. Foto Corraini Edizioni

A partire dal 1977, inoltre, Munari ha realizzato a Milano il progetto Giocare con l‘arte, che aveva lo scopo di avvicinare i bambini all’arte. Con questo progetto l’artista definì un metodo da utilizzare nei laboratori didattici, basato ancora una volta sulla sua visione dell’infanzia come la dimensione della sperimentazione, della creatività, dell’imparare giocando.

Dai libri a giocattoli in gommapiuma, dai laboratori ai giochi visivi, Munari ha messo dunque il suo spirito creativo al servizio del mondo infantile, dando un contributo quanto mai significativo e duraturo.


Una risposta a “Bruno Munari e i giocattoli”

  1. Avatar Alessio Castellucci
    Alessio Castellucci

    Bravissima!

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