
Passatempi dei bambini in Chardin
di Grazia Merelli
Jean-Baptiste-Siméon Chardin è stato uno dei più grandi artisti francesi del XVIII secolo. Nato a Parigi nel 1699, l’artista ha realizzato splendide nature morte e scene di genere. Le sue opere si caratterizzano per originalità e realismo.
Chardin aveva ereditando dai pittori nordici l’interesse per la dimensione quotidiana; tuttavia aveva reinterpretato le loro istanze in modo originale e straordinariamente innovativo.
Proprio fra i quadri di genere del pittore compaiono alcune interessanti opere dedicate alle attività ludiche. In particolare, c’è un gruppo di quadri con fanciulli che si dedicano a vari passatempi, per lo più raffigurati singolarmente.
Il più noto fra questi dipinti è Il ragazzo con la trottola del 1738, conservato al Louvre. Si tratta in realtà di un ritratto, dal momento che il bambino rappresentato è Auguste-Gabriel Godefroy, figlio del gioielliere Charles.

Il giovane è intento ad osservare una trottola che gira velocemente sul tavolo. Il giocattolo è una piccola trottola a forma di dado; accanto ad essa figurano i libri ed il calamaio riposto, ad indicare che il fanciullo ha appena terminato di fare i suoi compiti. È dunque qui sotteso, tramite pochi ma significativi dettagli, il tema della contrapposizione fra studio e gioco.
L’espressione del fanciullo, completamente assorto nel movimento della trottola, mostra la grande abilità di Chardin nel cogliere il coinvolgimento ludico dei bambini. Ne viene fuori un’atmosfera di sospensione e di silenzio; anche l’attenzione dello spettatore finisce per concentrarsi sulla trottolina che gira.
La scena è resa con grande equilibrio compositivo e accuratezza pittorica; le pennellate descrivono con attenzione i passaggi cromatici e le vibrazioni di luce. Eleganza, semplicità e originalità del soggetto raffigurato fanno di quest’opera uno dei capolavori del pittore francese.
Altri due quadri con bambini che giocano si trovano agli Uffizi: si tratta di Fanciulla con volano e il suo pendant Fanciullo con castello di carte, realizzati nel 1737.

In Fanciulla con volano la giovane protagonista tiene con la destra la racchetta e con la sinistra il volano. Il gioco è il precursore del moderno sport del badminton ed ha origini antichissime, sembra addirittura nella Cina del I secolo a. C.
Nel Medio Evo sono comparse in Occidente le prime raffigurazioni del gioco del volano, che divenne un popolare passatempo praticato da adulti e bambini.
Come si vede anche nel dipinto di Chardin, il volano era costituito da una semisfera di sughero con piume; la racchetta era il legno e corda. Questi oggetti compariranno più tardi anche in un quadro di Berthe Morisot.
Allo stesso modo de Il ragazzo con la trottola, anche qui colpisce l’espressione assorta della bambina, che guarda avanti a sé come in attesa di qualcosa. La scena è resa con grande maestria e attenzione ai valori cromatici, come mostrano le pieghe delle vesti colpite da una luce delicata.
Mentre in Fanciulla con volano è raffigurato un gioco da fare all’aperto, in Fanciullo con castello di carte la scena si svolge all’interno delle mura domestiche; nel quadro un giovane è intento a creare castelli di carte sul tavolo davanti a sé.

Come il gioco del volano, anche le carte da gioco sono arrivate in Europa nel Medio Evo sempre dall’Oriente, divenendo in poco tempo uno dei giochi più diffusi fra grandi e piccoli. Si riconoscono nel quadro le carte a semi francesi, le più usate non solo in Francia ma in tutta Europa; infatti i semi francesi, prevedendo l’uso di solo due colori rosso e nero, erano più facili da riprodurre.
Nel Fanciullo con castello di carte il bambino utilizza le carte come mezzo di costruzione, disponendole davanti a sé per dritto, abbinate a due a due. Il cassetto aperto verso lo spettatore, da cui escono alcune carte, crea coinvolgimento in chi guarda. Come nei dipinti descritti in precedenza, anche qui si colgono la totale concentrazione del protagonista e l’atmosfera di silenziosa tranquillità.

Anche nel Castello di carte della National Gallery di Londra compare un ragazzo che costruisce castelli di carte; stavolta il giovane protagonista indossa il cappello e le costruzioni che ha creato con le carte sono due. Di nuovo il cassetto, stavolta vuoto, si apre verso lo spettatore. La scena è costituita da pochi e semplici elementi, distribuiti con grande equilibrio all’interno della composizione.
Il gioco del volano e le carte si trovano raffigurati insieme ne La governante, realizzato nel 1738 e conservato alla National Gallery of Canada di Ottawa; Qui il punto di vista è più distante ed i protagonisti sono due: un ragazzo e la governante che dà il titolo all’opera. Sotto gli occhi attenti della donna, il fanciullo tiene sotto braccio un libro di scuola, dopo aver lasciato a terra la racchetta col volano e le carte da gioco.
È presente anche qui, come già nel Ragazzo con la trottola, il tema del contrasto fra dovere e piacere. Il gioco e lo studio sono infatti le due attività proprie della vita infantile, scandita da momenti dedicati ora all’apprendimento e ora allo svago.

Non è un caso che Chardin affronti queste tematiche nel secolo delle dirompenti teorie illuministiche; proprio allora infatti si stavano diffondendo nuove idee nel campo dell’educazione. In particolare, il bambino non veniva più visto come un piccolo adulto ma si riconosceva, in misura sempre maggiore, la sua natura propriamente infantile. Queste teorie sarebbero confluite in seguito nell’Emilio di Rousseau, frutto di una nuova mentalità che si interrogava sempre più sulla formazione dei ragazzi.
I protagonisti dei quadri di Chardin fin qui menzionati sono sempre giovani borghesi, ben vestiti e rappresentati all’interno delle mura domestiche; sono loro infatti i destinatari delle idee educative del tempo. Evidente è a tale proposito il contrasto con i giovani rappresentati dal coevo Giacomo Ceruti, dove bambini del popolo giocano a carte in strada; stanchi, sporchi e malvestiti, non sembrano avere prospettive di un futuro migliore.
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